Ci avevano descritto una verticale molto
profonda visibile vicino ad uno dei piloni di sostegno della seggiovia
Plassa-Arera (prima tratta); come al solito gli informatori raccontavano
di avventurosi tentativi di discesa falliti per insufficienza della corda...
Un rapido giro in seggiovia permise di
identificare con un discreto margine di sicurezza la cavità di cui
sopra e, concluse le fruttuose operazioni alla Lacca del Cascinetto, si
organizzò una prospezione.
Sotto gli sguardi incuriositi degli sciatori
che ci passavano sopra la testa fu disceso il primo pozzo a cielo aperto
notando qua e là segni di mina, ormai non ci si stupiva più
di vedere morfologie nettamente naturali evidentemente rimaneggiate dai
minatori.
Alla base del P20 (corredato di due evidenti
finestre) si arrivò su un tappo di neve e ghiaccio, quindi un piccolo
saltino in risalita portava su uno scivolo (allargato alla base a colpi
di dinamite) percorso da un vero fiume daria (!). Il successivo P10 segnava
la fine della parte naturale della cavità: il flusso daria era
provocato dal collegamento con alcune gallerie di miniera (molto pericolanti).
Girando dentro la miniera si trovò
anche una grossa frattura naturale che non sembrerebbe dare speranze di
possibili prosecuzioni (salvo tentativi di improbabili risalite). Risalendo
per prima Margherita scoprì quali difficoltà nascono quando
si cerca di instaurare un rapporto stabile tra bloccanti e corde ghiacciate;
tornando indietro rilevammo tutto, rinviando ad altra occasione lispezione
delle finestre del pozzo iniziale.
Qualche settimana dopo una squadra interamente
G.S.B. (toh!) tornava sul posto per pendolare le due finestre; la più
ampia si dimostrò, come immaginato, di origine esclusivamente artificiale
e ci portò (dopo uno scivolo ed un pozzetto) su un profondo specchio
dacqua.
La seconda finestra era invece lo sbocco
di un bel meandrino naturale ostruito da colonne di ghiaccio, abbattuti
gli ostacoli si guadagnarono ancora un paio di metri a dimensione duomo
(anche qui ci sono segni di dinamite).
Il fondo del meandrino sarebbe disostruibile
e il fatto che ci sia una fortissima corrente daria incoraggerebbe decisamente
tale iniziativa se ci fosse la garanzia di non trovare dallaltra parte
lennesima intercettazione di qualche nuova galleria artificiale, quien
sabe?  |